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Giuseppe Lo Porto racconta l'Italia vista dalla Russia

I due paesi nelle parole del dirigente dell'Ufficio Istruzione del Consolato di Mosca

Il professor Giuseppe Lo Porto racconta le relazioni tra Italia e Russia. Il rapporto secolare tra i due paesi si è rinnovato negli ultimi anni e il professor Lo Porto, dirigente dell’Ufficio Istruzione del Consolato Generale d'Italia a Mosca, spiega come la lingua, la storia, la cultura e l’arte italiana continuino ad attrarre i russi. Un resoconto che presenta anche le ultime iniziative dell’Ufficio Istruzione moscovita nel settore della promozione culturale.

Qual è l’immagine dell’Italia che arriva in Russia? L’interesse maggiore si rivolge alle caratteristiche più tradizionali della cultura italiana o c’è la voglia di scoprire l’Italia di oggi?

Per un italiano che vive e lavora a Mosca  a volte risulta quasi eccessiva la stima e il rispetto che i russi nutrono per l’Italia. Il nostro Paese è  di norma associato a concetti di “benessere”, “arte”, “gusto”, “cultura” e “raffinatezza”. Da sempre l’Italia è vista dai russi come un modello di equilibrio e come esempio da seguire per saper vivere con eleganza e gioia. Il contributo dato nei secoli dagli Italiani per lo sviluppo di questi territori non passa certamente inosservato: dall’architettura all’arte, dalle tecnologie al manifatturiero il Made in Italy qui in Russia dà garanzie di qualità e stile. Persino le nostre negatività, come la tentata invasione durante la Seconda Guerra Mondiale, la mafia, la politica traballante e il malaffare, vengono viste con una certa bonarietà e quasi perdonate dai nostri amici russi. Ovviamente non mi addentro  in un’analisi di carattere storico e sociologico per ricercare le radici di questo grande amore, ma posso assicurare che lavorare in queste condizioni facilita il compito che mi è stato assegnato. Analizzando il rapporto dei russi con l’Italia, ovviamente limitandomi agli aspetti più strettamente collegati al mio settore specifico della cultura e dell’istruzione, posso certamente confermare che l’interesse non è legato esclusivamente al nostro illustre passato, alla storia, alle tradizioni e alla letteratura, ma si comincia ad affermare anche un’idea dell’Italia, e della lingua italiana, legata al mondo della moda, del design, delle tecnologie, dell’innovazione e della ricerca.

Le sembra che in questi anni l’interesse verso l’italiano sia cresciuto in Russia?

Partiamo da alcuni dati oggettivi: negli ultimi due anni il numero di Istituzioni scolastiche, universitarie, accademie d’arte, conservatori musicali, istituti professionali che si avvicinano alla nostra lingua (sia introducendola come materia curricolare o facoltativa, sia partecipando alle numerose iniziative che poniamo in essere, quali concorsi, borse o assegni di studio…) si è più che raddoppiato. In Russia la nostra Rappresentanza diplomatica ha avviato già da anni il Programma P.R.I.A.  (Программа  распространения изучения итальянского языка в России – programma di diffusione della lingua italiana in Russia) e, a oggi, hanno aderito circa 150 istituzioni educative di tutta la Russia, da San Pietroburgo a Vladivostok. Abbiamo potuto osservare che la partecipazione è cresciuta grazie anche al rinnovato interesse delle Istituzioni regionali e federali. Nel corso del corrente anno, per esempio, si sono intensificati gli incontri ufficiali nel corso dei quali sono state gettate le basi per la definitiva ufficializzazione della lingua italiana quale L2 riconosciuta nei programmi ministeriali federali e l’italiano è stato inserito nel programma delle Olimpiadi federali delle materie scolastiche, la cui fase finale si è svolta lo scorso mese di aprile a Vladivostok. Dal punto di vista culturale non posso che ribadire che tutte le iniziative proposte nel settore artistico, cinematografico, museale o nel settore della moda hanno sempre un grandissimo successo sia di pubblico sia mediatico e la capacità attrattiva dell’offerta culturale italiana ha, a mio parere, ancora grandi margini di crescita.

A suo avviso ci sono strategie che potrebbero essere introdotte o elementi da valorizzare in un rinnovato sistema di promozione della lingua e cultura italiana?

Sarà “sufficiente” fare sistema, grazie a un gioco di squadra in cui tutte le componenti, pubbliche e private, rappresentanze diplomatiche, associazioni, consorzi, singole scuole, università e scuole di lingua dovranno far prevalere una visione a lungo raggio, basata sul reciproco sostegno, sulla comunicazione e condivisione di iniziative di qualità , promuovendo sempre più l’idea che il Made in Italy, anche e soprattutto nel settore dell’istruzione, della formazione professionale e della cultura,  non è solo un’etichetta di cui fregiarsi all’occorrenza, ma un vero e proprio protocollo di intesa tra tutte le parti coinvolte, un marchio di garanzia di qualità, serietà e professionalità. In tale direzione sono rivolti anche i nostri sforzi, con la costruzione di una rete che vuole coinvolgere sia le Istituzioni russe aderenti al sopra citato Programma P.R.I.A. sia la parte italiana, costituita da reti di scuole pubbliche, università e associazioni pronte a credere che il “prodotto” istruzione, formazione e cultura può contribuire anche alla crescita del nostro sistema economico.

L'Ufficio Istruzione del Consolato Generale d'Italia a Mosca ha recentemente promosso i concorsi Festival delle Regioni italiane e Che sia... poesia. Potrebbe definire obiettivi e risultati  di questa doppia iniziativa?

L’attività di promozione della lingua e della cultura italiana necessita anche di momenti in cui possano essere “messi in mostra” i risultati del proprio lavoro. In tale direzione, negli anni scorsi era stato promosso il Festival delle Regioni Italiane, manifestazione che coinvolgeva le scuole russe, invitate ad “adottare” una regione italiana e a metterne in scena alcuni aspetti più prettamente folkloristici.Lo scorso anno abbiamo pensato di rivedere l’intera strategia comunicativa e promozionale. Da questa riflessione è nato un nuovo Festival delle Regioni Italiane, più improntato alla ricerca, da parte delle scuole e università russe di elementi storici, culturali, artistici delle regioni loro assegnate e più legato alla strutturazione di un curricolo di studi basato sullo studio della storia e geografia del nostro paese. La partecipazione di 35 Istituzioni e l’evento conclusivo, a cui hanno preso parte le dieci migliori istituzioni selezionate da una giuria di qualità, hanno messo in evidenza la grande qualità e serietà dei partecipanti.

Ma la vera “scommessa” per noi è stata costituita dal concorso Che sia… poesia, a cui si è anche aggiunto il premio giornalistico Demetrio Volcic. Il concorso, basato sullo studio della poesia romantica italiana e russa, ha coinvolto 15 istituzioni russe e 15 italiane in cui si studia la lingua russa. Tutte le istituzioni sono state messe tra loro in contatto, al fine di creare una sorta di studio au pair e l’avvio di numerosi partenariati e scambi culturali. L’evento conclusivo, svoltosi anche in questo caso a Mosca, è stata una vera e propria festa della poesia, i cui ragazzi russi e italiani declamavano brani dei rispettivi autori in lingua originale. Il premio giornalistico Demetrio Volcic, infine, ha rappresentato la naturale conclusione di un percorso di formazione professionale in scrittura creativa organizzato per i docenti russi e ha premiato alcuni giovani studenti russi, potenziali corrispondenti in lingua italiana.

Ci tengo a sottolineare il grande sostegno che abbiamo ricevuto dal Consorzio ICoN, ma anche dall’Associazione Eduitalia, che ha creduto in queste iniziative. La capacità attrattiva e la serietà di un’idea progettuale non può prescindere dalla premialità, e la possibilità di offrire ai nostri giovani vincitori corsi di lingua online e borse o assegni di studio rafforza il concetto precedentemente espresso di “gioco di squadra” e di concretizzazione del principio di sussidiarietà.

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